Albini_next: uno spazio libero per studiare i tessuti del futuro

Albini-next – Kilometro Rosso, Bergamo

“La vera sfida delle nuove tecnologie? Connettere le teste”. Stefano Albini, presidente di Albini, riassume così la filosofia che sta dietro al nuovo spazio inaugurato al Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso di Bergamo e dedicato alla ricerca avanzata. Non un semplice ufficio, ma un punto di “contaminazione” fra esperienze diverse, materiali e progetti speciali.

Così anche il blasonato Albini Group, oltre 140 anni di storia, raccoglie la sfida al cambiamento e sceglie un luogo di libertà, dove uscire dagli schemi e sperimentare in concreto i filoni più interessanti e attuali dell’attività di ricerca delle aziende del settore. “Il primo obiettivo è quello di identificare le tematiche che cambieranno l’industria tessile delle fibre naturali nei prossimi cinque anni —spiega Stefano Albini. Con Albini_next vogliamo individuare i tessuti del futuro e nuovi processi produttivi, trovare materie prime che possano derivare dalla natura o dal riciclo di altri materiali, portando le fibre naturali a livelli di performance oggi impensabili. Puntiamo a ideare soluzioni in linea con le tematiche di sostenibilità etica e ambientale, oggi molto sentite dalle aziende e dai consumatori”.

Il segreto di Albini_next sta nel suo mix vincente: da un lato la valorizzazione delle capacità e degli asset presenti in azienda, dall’altro l’esplorazione e la ricerca, con l’obiettivo di individuare le nuove frontiere del tessile grazie a collaborazioni con partner internazionali d’eccellenza, quali università, centri di ricerca e aziende avanzate. “Un nucleo di cinque persone – spiega il presidente, che ha presentato il progetto Albini_next nell’ambito degli incontri “Now!” promossi dal Digital Innovation Hub Bergamo – opera al Kilometro Rosso in stretto contatto con il settore di ricerca del Gruppo nella sede di Albino”.

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Designer, informatici, ingegneri, economisti, a caccia di spunti creativi, con una forte attenzione ai nuovi materiali, alla tracciabilità, alla sostenibilità. Sollecitazioni che arrivano da un mondo in profondo cambiamento, che Albini vuole far proprie senza mettere in discussione, ma anzi rafforzando la peculiarità e la riconoscibilità di un marchio simbolo del tessile italiano. Sono già operative collaborazioni con la STF Textile School di Zurigo, l’Università Bocconi, le Università di Bergamo e Firenze e ulteriori stimoli potranno arrivare proprio dalla collocazione al Kilometro Rosso, luogo simbolo di contaminazione e scambio.
Del gruppo di lavoro di Albini_next fanno parte anche un’esperta di tecniche di tintura del Royal College of Arts di Londra, affiancata da un ingegnere gestionale e tessile, due giovani risorse al femminile, entrambe impegnate su progetti legati a pratiche sostenibili: dalla ricerca di nuove tinture e colori con un sguardo al mondo bio, allo studio di tecnologie legate in particolare al riutilizzo degli scarti di lavorazione. Il valore aggiunto del team di Albini_next è, del resto, proprio l’approccio trasversale e il continuo scambio di esperienze e input sia interni che esterni all’azienda, che rivoluziona le impostazioni abituali.

Approfondimenti e spunti che hanno già dato i loro frutti: ne è un esempio la nuova collezione “Hemotion”, linea di tessuti in lana presentata a Milano Unica e a Première Vision a Parigi, che nasce da uno studio della divisione filati del Gruppo. La lana, proveniente dall'Australia e certificata mulesing-free (non sono applicate pratiche crudeli sugli ovini), è stata filata in Italia con una tecnica all'avanguardia ispirata al mondo cotoniero. Il risultato è un filato finissimo, regolare e di alta qualità, che dà vita a un tessuto leggero e termoregolatore, confortevole e con un’elasticità naturale, lavabile in lavatrice, ingualcibile e resistente al pilling.

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