La “rivoluzione silenziosa” di AOC Italia

Filago (BG)

Produrre di più con meno: sembra quasi un’ovvietà, ma, al di là degli slogan, ottenere risultati concreti in questo ambito non è affatto scontato. Servono idee chiare, un percorso ben cadenzato e mete realistiche. 

Ne sono convinti alla AOC Italia di Filago (BG), azienda chimica che fa parte di una multinazionale leader nella produzione di resine poliestere, impiegate prevalentemente nei settori della nautica, delle costruzioni e dell'automotive.

Da alcuni mesi, con il supporto di MADE, Competence Center che accompagna le imprese manifatturiere verso l'industria 4.0, in azienda si sta lavorando ad un progetto per individuare obiettivi e primi passi del percorso di digitalizzazione che ha preso il via in seguito all’assessment di maturità digitale del DIH Lombardia Antenna Bergamo.
“Quando si pensa a industria 4.0 – sottolinea Umberto Colpani, amministratore delegato di AOC Italia - spesso la vediamo calata in un contesto di impronta metalmeccanica e di linee di assemblaggio, ma nel caso di un processo chimico, come è il nostro, dove predominano complessi impianti altamente energivori, l’immaginario collettivo non ci aiuta. Eppure, la digitalizzazione sarà sempre più una realtà anche per noi”.


Per AOC la prima mossa è stata quella di concentrarsi su un obiettivo apparentemente semplice: eliminare o ridurre al massimo la tradizionale e onnipresente modulistica cartacea che governa ogni passaggio della fase produttiva. “Il nostro – spiega Colpani - è un processo particolarmente complesso. In considerazione del fatto che l’azienda opera secondo la normativa Seveso, in regime di alto rischio rilevante, ogni sequenza è monitorata in continuo da sofisticati sistemi e procedure che ne garantiscono ogni aspetto sul fronte della sicurezza e della tutela dell’ambiente. Ogni fase è poi certificata tramite un modulo scritto a mano. Il passo, all’apparenza semplice, ma determinante, sarà quello di avere un sistema integrato, gestito direttamente dai nostri operatori che, grazie all’introduzione di scanner, rileveranno i dati in tempo reale. Questo garantirà maggiore efficienza e ridurrà ulteriormente l’impatto dei possibili errori umani sulla qualità dei nostri prodotti”. Un processo che verrà implementato nel corso del 2021 a cui si aggiungerà, nel 2022, l’introduzione di un sistema avanzato di schedulazione della produzione, che permetterà di creare e attribuire una sequenza di attività a ciascuna risorsa, attrezzature, macchine, operatori, tenendo in considerazione non solo i diversi vincoli tecnologici, ma anche ottimizzando i consumi energetici dell’impianto. AOC punta così a incrementare del 25% la quantità annua di produzione di resine e a promuovere un sempre più consapevole uso delle risorse energetiche.

“Quando si comincia ad approcciare un tema come la digitalizzazione – sottolinea Umberto Colpani – penso che il primo errore sia quello di aspettarsi innovazioni fantascientifiche. In questo senso MADE ci è stato di grande aiuto, aiutandoci a rimanere con i piedi per terra e allo stesso tempo dandoci visibilità di quanto il panorama tecnologico abbia già da offrire. Per quanto ci riguarda, abbiamo sposato la politica dei piccoli avanzamenti, sempre, naturalmente, sulla base di una roadmap elaborata da DIH Lombardia Antenna Bergamo, che ci ha permesso di identificare i principali problemi e gli obiettivi raggiungibili utilizzando determinati strumenti”.
Una “rivoluzione silenziosa” che consentirà di liberare in azienda preziose energie umane. Le persone, non più costantemente impegnate nella raccolta continua di dati, avranno infatti sempre più il compito di interpretare informazioni fruibili in tempo reale, con prospettive interessanti anche in uno dei filoni chiave della digitalizzazione aziendale, come la manutenzione predittiva.
“In un piano che è comunque di espansione e valorizzazione delle risorse umane – commenta Umberto Colpani - avremo sempre più bisogno di tecnici specializzati con adeguato background; oltre ai laureati in materie STEM, il nostro bacino ideale sono i superdiplomati degli ITS, un tipo di formazione che, nonostante l’ottimo esempio della nostra provincia, resta purtroppo ancora sottodimensionata”.