Quando il 4.0 è anche nel… bicchiere!

Barone Pizzini - Provaglio d’Iseo (Bs)

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Alba. Colline effimere in lontananza, rugiada sui vigneti. In una delle terrà più note in Italia per la produzione di vino, il silenzio mattutino è rotto solo da un leggerissimo ronzio nel cielo, appena una vibrazione che interrompe il sorgere del sole. Un drone solca i cieli della Franciacorta e sembra volare proprio sopra una delle sue risorse più preziose, i vigneti.

Chi l’ha detto che il 4.0 si applica solo al mondo della manifattura più stretta? Oggi andiamo alla scoperta di uno dei campi più interessanti dell’applicazione di queste tecnologie, quello che coniuga la digitalizzazione con l’agricoltura.

Franciacorta: il 4.0 applicato alle bollicine che maturano in lunghi anni di affinamento

E’ il caso della Barone Pizzini, società agricola con sede a Provaglio d’Iseo, in provincia di Brescia, una delle principali realtà del mondo vitivinicolo della Franciacorta. Un luogo dove la terra è il valore più prezioso. Lo si percepisce camminando nelle vigne, visitando le cantine e ascoltando l’orgoglio con cui la gente del posto parla del vino che vi si produce.

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Barone Pizzini ha fatto di più: da qualche anno, il focus è sulla viticoltura biologica. Per la difesa e per il nutrimento delle piante, vengono utilizzare solo sostante che si trovano in natura o che è possibile ottenere con processi semplici. Le uve biologiche godono dunque di un ciclo vitale che non dipende dalla chimica.

Piermatteo Ghitti.jpgQui a Provaglio d’Iseo, Piermatteo Ghitti, Amministratore Delegato dell’azienda, ha deciso di puntare sul rilevamento informatico già da molto tempo, ponendosi come pionieri del rilevamento dati nel settore agricolo: “Da 20 anni siamo dotati dei sensori di rilevamento temperatura, pression

e e umidità che conferiscono molti dati utili per la programmazione dei lavori e la prevenzione delle malattie ed infezioni” Questa vocazione è sfociata nel progetto LIFE VITISOM, realizzato in collaborazione con lo studio agronomico SATA, che coinvolge anche altre cantine della Franciacorta, tra cui la Guido Berlucchi. Tramite un drone, vengono effettuate delle mappature sui terreni che permettono di evidenziare le aree vegetative in carenza, misurando la rigogliosità delle piante e dando un riscontro cromatografico della vegetazione.
A questa fase di rilevamento, ne segue una successiva che collima con l'utilizzo di un apposito lettore, posto sul carro, che regola la diffusione di compost e fertilizzanti, seguendo la mappatura letta dal drone tramite i sensori vegetativi.

“Questo mi auguro sia solo l'inizio, sono in corso sperimentazioni più evolute che dovrebbero individuare non solo le aree carenti, ma anche eventuali diffusioni di malattie funghinee o altro” conclude Piermatteo Ghitti.

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